PREMIO ARCELLI 2017 – PRIMO CLASSIFICATO
L’OBIETTIVO DELLO STUDIO È STATO QUELLO DI VERIFICARE L’INFLUENZA DI UNA SEDUTA CRIOTERAPICA “CORPO PARZIALE” SULL’ALLENAMENTO INTERVALLATO AD ALTA INTENSITÀ SVOLTO DOPO UN TRAINING DI FORZA. NOVE RUGBISTI DI SESSO MASCHILE SONO STATI TESTATI IN DUE GIORNI DIVERSI: “GIORNO CRIO” E “GIORNO DI CONTROLLO”. I RISULTATI HANNO MOSTRATO CHE IL TRATTAMENTO CRIOTERAPICO RIPRISTINA I PARAMETRI MODIFICATI DALL’ALLENAMENTO DI FORZA E HA PERMESSO DI ESEGUIRE QUELLO INTERVALLATO AD ALTA INTENSITÀ CON UNA MIGLIOR EFFICIENZA CARDIACA, MENO SFORZO CARDIOVASCOLARE E CON UN’ECONOMIA DI LAVORO MAGGIORE.
La crioterapia sistemica a differenza delle altre procedure di raffreddamento consiste nell’esposizione a temperature molto basse che possono raggiungere i – 170°C mediante l’evaporazione dell’azoto liquido. A questa pratica vengono attribuiti effetti analgesici, antiedemigeni, antinfiammatori, antispastici, con un aumento di endorfine ed encefaline (Miroslav et al. 2013). Questi effetti imputabili all’azione del freddo vengono utilizzati nello sport per accelerare il recupero da traumi e affaticamenti muscolari in seguito ad allenamenti o gare. Infatti, negli ultimi anni ne è aumentato l’uso tra gli atleti d’élite in differenti discipline. Una grande novità, rispetto ad altre procedure di raffreddamento, consiste nel fatto che la crioterapia sistemica ha ridotto drasticamente i tempi di esposizione al freddo; 2 o 3 min sono sufficienti per determinare un raffreddamento cutaneo.
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