Come e quando misurare HRV ?
HRV è un indice di salute generale, funzionalità del sistema nervoso autonomo ed è proporzionale alla condizione di salute. Come abbiamo visto, tecnicamente è una misurazione della frequenza cardiaca. La frequenza cardiaca è di per se un indicatore aspecifico del funzionamento del sistema nervoso autonomo (Boschiero D, 2014), quindi anche chi non ha dispositivi specifici che misurano HRV, può avere informazioni grazie alla sola rilevazione quotidiana della frequenza cardiaca. Quando la frequenza cardiaca a riposo supera 84 battiti per minuto c’è qualche anomalia del sistema nervoso autonomo, le principali cause possono essere dolore, carenza energetica (per esempio alimentazioni eccessivamente ipocaloriche, atleta post performance ecc), infiammazioni (acute e/o croniche) (Boschiero D, Straub HR 2015). La frequenza cardiaca, essendo gestita dal sistema nervoso autonomo, ha un ritmo nelle 24 ore legato all’attività del sistema nervoso simpatico e parasimpatico; in condizioni normali tutti noi abbiamo una netta dominanza del sistema nervoso simpatico di giorno e parasimpatico si sera-notte quindi la frequenza cardiaca di giorno a riposo deve essere superiore rispetto alla sera (anche di 10 bpm). In assenza di specifici dispositivi, la rilevazione quotidiana della frequenza cardiaca mattina e sera per pochi minuti è uno strumento per avere informazioni sui ritmi biologici delle 24 ore e di conseguenza su HRV (Buckley TM 2005). Un’altra evidenza di un peggioramento di HRV è l’alterazione del respiro. Un atleta, in condizione di stress persistente non gestito correttamente, può subire pesanti alterazioni del respiro che si rifletteranno sulle prestazioni sportive e aumenteranno i rischi infortuni. La respirazione è un processo biologico ad alta complessità e variabilità, è sufficiente avere una respirazione non ottimale (chiamata sub ottimale) per ridurre il rifornimento di ossigeno al cervello e muscoli (Boschiero D, 2019). La respirazione ha un ruolo centrale nel controllo del PH, nel trasporto di ossigeno e nutrienti a muscoli e apparati, nel recupero delle scorie prodotti dall’attività muscolare, tutte funzioni gestite dal sistema nervoso autonomo, quindi l’atleta con respirazione non ottimale peggiora sicuramente HRV. La qualità della respirazione va controllata con dispositivi che misurano una serie di variabili tra cui il ritmo respiratorio (numero di respiri al minuto) e il quoziente respiratorio a livello capillare per capire quanto ossigeno viene effettivamente utilizzato da muscoli e apparati. Il questionario Nijmegen (NQ) (fig.2) fornisce informazioni sulla qualità della respirazione, un punteggio superiore a 2 è indicatore di probabile alterazione del sistema nervoso autonomo e quindi peggioramento di HRV. Ripetere il questionario ogni 2-4 settimane fornisce costantemente informazioni sull’andamento della qualità del respiro e di conseguenza su HRV.
Questionario per la valutazione della respirazione disfunzionale
Mai0 | Raramente1 | A volte2 | Spesso3 | Molto spesso4 | |
Dolore al torace | |||||
Sensazione di tensione | |||||
Visione offuscata | |||||
Vertigini | |||||
Sensazione di confusione | |||||
Respiro veloce alternato a respiro profondo e lento | |||||
Respiro corto | |||||
Costrizione al petto | |||||
Sensazione di gonfiore allo stomaco | |||||
Formicolio alle dita | |||||
Incapacità a respirare profondamente | |||||
Rigidità a dita o braccia | |||||
Sensazione di costrizione intorno alla bocca | |||||
Mani o piedi freddi | |||||
Palpitazioni | |||||
Sensazione di ansia |
(Fig.2)
In assenza di dispositivi di misurazione di HRV, la rilevazione della frequenza cardiaca mattina e sera per pochi minuti e il questionario NQ sono due validi strumenti per avere informazioni sull’andamento nel tempo di HRV; il monitoraggio continuo è il miglior modo per capire cosa sta succedendo dentro la macchina atleta. Quando l’andamento della frequenza cardiaca mattino-sera non va bene e/o il questionario NQ peggiora nel tempo, bisogna intervenire per ripristinare gli equilibri fisiologici alla base delle prestazioni sportive.
La misurazione di HRV si può effettuare in diversi modi, le principali tecniche sono due:
- Misurazione “centrale” grazie a sensori posizionati vicino al cuore
- Misurazione “periferica” grazie a sensori posizionati nelle parti distali dell’organismo (per esempio dita di mani o piedi o lobo orecchio)
La misurazione centrale da informazioni sulla funzionalità del muscolo cardiaco, non considera cosa succede agli altri muscoli e nel resto dell’organismo.
Bisogna ricordare che il sistema nervoso autonomo è una parte del sistema nervoso periferico, è importante misurare in che modo il sangue pompato dal cuore raggiunge muscoli, organi e apparati. La misurazione periferica offre la possibilità di conoscere i comportamenti periferici legati all’attività del sistema nervoso quali funzione vasomotoria (meccanismo che regola il sistema vasocostrizione-vasodilatazione), colore del flusso sanguigno erogato in periferia (cambia in base alla quantità di “scorie” nel sangue), modulazione della pressione sanguigna, integrità del sistema capillare, temperatura periferica, saturazione d’ossigeno, ritmo respiratorio (numero di respiri al minuto), quoziente respiratorio capillare. Conoscere quoziente e ritmo respiratorio attraverso misurazioni periferiche permette di conoscere il reale utilizzo di ossigeno di organi e apparati. Un atleta può avere una buona meccanica del respiro (VO2 misurato con mascherina) ma potrebbe avere difficoltà a distribuire la giusta quantità di ossigeno a organi e apparati a causa di infiammazione o altri problemi. La misurazione del VO2 con la mascherina rileva solo lo scambio O2/CO2 a livello dei polmoni ma potrebbe non riflette il reale utilizzo di ossigeno dell’organismo . La misurazione periferica o pletismografica cioè del flusso (sanguigno), è ideale per rappresentare potenza e frequenza del segnale cardiaco in tutto il corpo (Boschiero D, 2019), grazie a questa misura si capisce il reale consumo di ossigeno. Il preparatore atletico deve conoscere in che modo il sangue pulsato dal cuore arriva ai muscoli, se il meccanismo vasodilatazione-vasocostrizione funziona correttamente, se il sistema di rimozione delle scorie prodotte dall’attività muscolare è efficiente; non è possibile ipotizzare che questi complessi meccanismi funzionino sempre bene. HRV è indice di funzionalità del sistema nervoso autonomo che fa parte del sistema nervoso periferico, per questi motivi la misurazione pletismografica (o periferica) è senza dubbi molto più utile al preparatore rispetto a quella centrale. HRV periferica e le sue derivate come RMSSD, sono oggi il miglior strumento per monitorare quotidianamente carico interno, livello di focus, adattabilità psicofisica, capacità di recupero ed eventuale presenza di overtraining (OTS) o born out psicofisico. Per misurare correttamente HRV occorrono 5’, i principali artefatti della misura sono movimenti dei sensori e/o del soggetto durante il test, circolazione compressa da fattori meccanici esterni (per esempio laccio emostatico sul braccio), temperatura del locale eccessivamente alterata. Di norma l’esame deve essere effettuato di giorno da seduti o in piedi, in condizioni vigili (no supini), a riposo o almeno 60-120’ dopo intensa attività fisica (per evitare eccessiva attività del sistema nervoso simpatico), prima di un pasto oppure dopo aver digerito (durante la digestione c’è dominanza parasimpatica). I momenti ideali per rilevare HRV sono al mattino appena svegli prima di colazione, alla sera prima di cena e prima di andare ad allenamento; in questo modo il preparatore può avere informazioni sui ritmi delle 24 ore, sul carico interno e su tutti i parametri citati sopra. Chiaramente anche l’allenamento incide su HRV: l’allenamento ideale permette all’organismo di innescare i processi di regolazione fisiologici atti a migliorare la condizione di performance e salute, quindi l’allenamento ideale migliora HRV. HRV è indicatore anticipatorio di quello che succederà, per esempio c’è una relazione inversa tra HRV e malattie, quindi indipendentemente dalla malattia, al peggiorare di HRV peggiorerà il quadro clinico. Per questo in periodi di forte stress, con competizioni ravvicinate, poco tempo per recuperare, l’atleta deve mantenere stabili i valori di HRV; chi riesce a migliorare HRV anche nei periodi di stress, aumenta la propria resilienza allo stress, migliora il focus, l’ adattabilità psicofisica e crea le basi fisiologiche per migliorare le proprie prestazioni nel tempo.