Le Olimpiadi e le Paralimpiadi di Rio 2016 sono ancora negli occhi di tutti. In molti ricorderanno le emozioni di agosto regalate, ad esempio, dal nuotatore Gregorio Paltrinieri e dal tiratore Niccolò Campriani. Emozioni che si sono mescolate con quelle di settembre grazie alle prestazioni, su tutti, di Bebe Vio e di Alessandro Zanardi. Quindi, dopo aver dedicato ampio spazio sullo scorso numero alle discipline per eccellenza “olimpiche”, abbiamo pensato di chiudere il discorso in questo con alcuni interessanti articoli legati alla pallavolo (scritto da Giorgio D’Urbano, preparatore degli azzurri d’argento proprio a Rio) e all’atletica leggera (significativo il resoconto di Antonio La Torre sulla disciplina regina dei giochi), oltre ad altri di tipo “psicologico”. Tra questi vi cito l’editoriale di Flavio Nascimene.
Infatti, talvolta, la differenza tra una medaglia del metallo più pregiato e una d’argento, tra una qualificazione che vale una carriera e una performance non vincente, passa dalla… testa. E le fatiche di anni volano via oppure trovano la massima esaltazione in pochi istanti.
Purtroppo, e ci vogliamo riagganciare al titolo di questo editoriale, da non molti giorni è ormai sulla bocca di tutti il fatto che la città di Roma non è più una candidata alle Olimpiadi del 2024. Al di là di tutti i discorsi politici che sono stati fatti e sui quali non è assolutamente il caso di tornare o mettere bocca, il dispiacere, per noi e per tutti coloro che si occupano di sport, di non vedere le Olimpiadi in Italia, è grande. Le Olimpiadi, infatti, sono un evento unico, che tanti, una volta nella vita avrebbero avuto il desiderio di “gustarsi” dal vivo in Italia.
L’ultima è stata nel 1960, proprio a Roma – se tralasciamo quelle invernali: quindi, diverse generazioni non avranno mai tale occasione. E questo vale ancora di più per chi vive il mondo dello sport e dell’allenamento. Assaporare l’aria olimpica, percepire le sensazioni, le tensioni degli atleti deve essere un qualcosa di unico e impagabile. Oltre che un momento per dare un forte impulso a tutto il movimento sportivo italiano e anche a quello della “ricerca” in tale ambito. Infine, un cenno a un’iniziativa di Scienza&Sport che lo scorso febbraio ha riscosso un grandissimo successo, parlo del nostro Convegno cui hanno partecipato più di 400 persone. Abbiamo intenzione di ripeterlo nello stesso periodo del 2017. Quindi, non perdete il prossimo numero e seguiteci sui social per avere ulteriori informazioni.