Meccanismo aerobico e performance nelle discipline di endurance alle olimpiadi invernali

Meccanismo aerobico e performance nelle discipline di endurance alle olimpiadi invernali

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Il massimo consumo di ossigeno (VO2max) viene generalmente utilizzato come riferimento per misurare l’efficienza del meccanismo aerobico sia per gli sportivi sia per le persone sedentarie. Circa 80 anni fa, per la prima volta è stato sottolineato il legame tra performance di endurance e VO2max (Robinson et al., 1937) e oggi è generalmente riconosciuto il fatto che un alto valore di VO2max costituisce un elemento chiave per la prestazione di atleti d’élite che praticano sport di endurance (Bassett & Howley, 2000; Bosquet et al., 2002; Levine, 2008). Alcuni studi hanno evidenziato una forte relazione tra i livelli di VO2max e la performance di endurance quando si analizza un campione di soggetti con un livello prestativo eterogeneo (ovvero con una notevole differenza prestativa tra i migliori e i peggiori – Foster et al., 1978; Esfarjani & Laursen, 2007).

Al contrario, quando il campione studiato è più omogeneo in termini di prestazione, la relazione con il VO2max diminuisce o addirittura scompare (Noakes, 2000; Impellizzeri et al., 2005). In letteratura sono presenti molte evidenze che si sono occupate di descrivere le richieste fisiologiche di alcune tipologie di esercizio di endurance quali la corsa, la pedalata o il nuoto; al contrario, sono più rare le ricerche che hanno analizzato le prestazioni di endurance alle gare olimpiche invernali. In uno studio particolarmente datato, Saltin & Astrand (1967) hanno verificato i livelli di VO2max della squadra nazionale svedese che comprendeva atleti di alto livello praticanti lo sci di fondo, il pattinaggio di velocità e il biathlon. I valori di VO2max dei maschi oscillavano da 75 a 85 ml·kg-1·min-1, mentre per le femmine andavano da 55 a 65 ml·kg-1·min-1, evidenziando una differenza di circa il 30% tra i due sessi. Ovviamente, questi valori di riferimento risultano oggi probabilmente obsoleti perché raccolti circa 50 anni fa su un campione di atleti abbastanza ridotto in termini numerici. Per questi motivi, lo scopo di questo studio è stato quello di aggiornare i valori di riferimento di VO2max per gli atleti e le atlete di alto livello praticanti discipline di endurance alle Olimpiadi invernali e di analizzare le eventuali differenze tra gli atleti di entrambi i sessi che hanno vinto una medaglia rispetto a quelli che non vi sono riusciti.

Basato su: Maximal aerobic capacity in the Winter-Olympics endurance disciplines: Olympic medal benchmarks for the time period 1990-2013. Tonnessen E, Haugen TA, Hem E, Leirstein S and Seiler S; Int J Sports Physiol Perform 2015, 10:835-839

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