Monitor stress e recupero nel corso del Giro d’Italia

Monitor stress e recupero nel corso del Giro d’Italia

Abstract

L’ottimizzazione della condizione atletica attraverso un corretto profilo nutrizionale e di integrazione, l’intento di voler andare a perfezionare le strategie di squadra analizzando lo stato di stress effettivo degli atleti in una corsa a tappe come il Giro d’Italia, sono stati gli obiettivi di questo studio effettuato su nove ciclisti della Bardiani – CSF Pro Team al Giro. Sottoposti a test di analisi bioimpedenziometrica (BIA-ACC Biotekna®), rilevazione holterECG notturna (VitalJacket®-VJ®), valutazione della qualità del sonno percepita (SitarMind® – Sitar®), sono stati altresì valutati con tomografia elettrolitica extracellulare (TomEex – Biotekna®) a inizio e nel corso della competizione.


L’utilizzo di strumenti per la monitorizzazione del recupero nel corso di competizioni come il Giro d’Italia può risultare sicuramente vantaggioso perché ci fornisce indicazioni e feedback continui sullo stato di forma e di salute degli atleti. Questo, al fine di ottimizzare la prestazione dell’atleta e di migliorare le strategie di squadra durante la competizione. Lo studio è stato effettuato sui nove atleti del team Bardiani CSF-Inox Pro Team al Giro d’Italia. Gli atleti sono stati monitorati a giorni alterni, una rilevazione ogni due giorni in pratica, con analisi bioimpedenziometrica (BIA-ACC Biotekna®). La rilevazione holterECG notturna per l’analisi della R-R variability (VitalJacket®-VJ®) veniva anch’essa svolta a giorni alterni e non su tutti gli atleti contemporaneamente, per non interferire con il già elevato livello di stress dovuto alla competizione. La scelta dei ciclisti da sottoporre ai test veniva effettuata seguendo le indicazioni fornite dallo staff medico, in piena collaborazione con i direttori sportivi, sulla base delle strategie di squadra e in relazione alle tappe poste nel calendario della manifestazione. All’inizio del ritiro pre-giro (due giorni prima dell’inizio della competizione) e nei due giorni dedicati al recupero (nel corso della competizione), gli atleti sono stati sottoposti a test di tomografia elettrolitica extracellulare (TomEex – Biotekna®). Oltre a questi test mirati alla valutazione del livello di recupero, agli atleti è stata data la possibilità di utilizzare il SitarMind® (Sitar®) con il duplice obiettivo, di autovalutarne da un lato la qualità del sonno percepita attraverso scala di Borg (Borg Scale 1-10) la mattina al risveglio e, dall’altro, per facilitarli nella fase di addormentamento. La prima delle finalità di questa serie di test è stata quella di monitorare in modo ottimale le variazioni corporee sotto il profilo metabolico al fine di ottimizzare la condizione atletica sotto il profilo nutrizionale e di integrazione. Il secondo scopo, invece, è stato valutare, attraverso le rilevazioni notturne sulla R-R variability, lo stato di stress effettivo che gli atleti subivano, con l’intento di ottimizzare le strategie di squadra.

Materiali e metodi

Per la realizzazione di questo lavoro ci siamo avvalsi di molti partner con cui avevamo già collaborato nel corso dello studio effettuato durante il Giro d’Italia 2011. La registrazione della R-R variability è avvenuta con VJ®, sistema che effettua una monitorizzazione holter notturna della variabilità cardiaca. VJ® è un indumento tecnico (canottiera) che permette, attraverso l’applicazione di tre elettrodi cutanei, l’acquisizione ECG su scheda SD. Tale rilevazione risulta importante sia sul dominio del tempo sia su quello della frequenza. La metodica di rilevazione dei dati veniva effettuata indossando l’holter alla sera, prima di coricarsi a letto, e veniva tolto la mattina successiva. Le rilevazioni, per motivi di interazione tra le varie tappe e gli atleti, venivano svolte in base alle richieste di valutazione dello stato di recupero da parte dello staff medico. Per non stressare troppo gli atleti, già al “limite” psico- fisico, tuttavia, la decisione finale era lasciata al ciclista stesso. In questo articolo presentiamo la variabilità cardiaca degli atleti osservando come parametro l’SDNN. Tale parametro risulta utile per osservare gli scostamenti simpato-vagali tipici della variabilità R-R. L’analisi dei parametri fisiologico-organici è stata eseguita con sistema per l’analisi della composizione corporea BIA-ACC-Biotekna®. Attraverso l’analisi della composizione corporea è stato possibile personalizzare l’aspetto qualitativo e quantitativo dell’alimentazione degli atleti in modo giornaliero, e soprattutto ha permesso la personalizzazione della supplementazione idrico-salina e l’integrazione amminoacidico-glucidica in modo individualizzato. Rispetto alla mole di dati rilevabili con tale strumentazione, ci siamo focalizzati sull’estrapolazione dei dati più significativi per considerare le variazioni delle macrostrutture corporee, come FFM (fat free mass), FM (fat mass), SKM (skeletal muscle), AAT (abdominal tissue), GLY (muscular glycogen).

Nei giorni precedenti l’inizio della competizione e nei due giorni di recupero è stato eseguito il test per l’analisi dei processi infiammatori. A tale scopo è stata utilizzata la TomEex-Biotekna®. È una strumentazione che va a localizzare i processi infiammatori in atto nel corpo. Tale analisi si basa sull’acquisizione e sull’elaborazione della conducibilità extracellulare delle regioni corporee (bioimpedenza tomografica). Quando si ha un processo infiammatorio si è sempre in presenza di edema extracellulare e, di conseguenza, a una quantità superiore di elettroliti. Un aumento di elettroliti corrisponde a un incremento della conducibilità extracellulare del distretto analizzato. La Conducibilità Extracellulare Basale (BEC: Basal Extracellular Conductance) acquisita nella zona, prima della somministrazione dello stressor, la cui media (Media BEC) o energia cellulare sistemica è correlabile al grado di cronicità dell’infiammazione (da 0 a 10: indice di presenza stato infiammatorio cronico; da 10 a 15: indice di stato infiammatorio tendente alla cronicità; da 15 a 25: indice di stato infiammatorio; da 25 a 35: indice di stato elettrolitico fisiologico; maggiore di 35: indice di stati allergici o stati di ipertensione). La media BEC indica, quindi, l’alterazione elettrolitica sistemica legata a presenza o assenza di processi infiammatori locali e/o sistemici. Tanto più basso è il valore tanto più siamo in presenza di un processo infiammatorio o di uno stato di stress che perdura da tempo. In ultima analisi è stata data la possibilità agli atleti di utilizzare SitarMind®, un apparecchio che genera delle deboli oscillazioni simili a quelle prodotte dal cervello (ritmo alfa, beta, delta e teta) e le trasmette all’organismo attraverso la cute. Queste oscillazioni possono indurre l’organismo a sintonizzarsi con gli impulsi emessi grazie a un fenomeno chiamato “risposta in frequenza”. Tale apparecchiatura è stata fornita a ogni atleta per essere utilizzata la sera per facilitare e accelerare la fase di addormentamento attraverso un programma della durata di trenta minuti circa. La squadra, formata di 9 atleti, che ha preso parte al Giro d’Italia 2013, presentava età media 24.33±3, peso 65,78±7,47, altezza media 177,5±3,11 come da figura 1.

Risultati

I risultati ottenuti verranno discussi per aree di competenza, relative ai dati ottenuti nelle due categorie più importanti, suddivisi nell’Area Composizione Corporea e nell’Area Recupero Cardiocircolatorio. Per quanto riguarda la R-R variability, numerosi sono gli studi che ne validano l’efficacia come mezzo di controllo delle condizioni di affaticamento dell’atleta, anche se allo stato attuale non può essere definita come metodo di rilevazione gold-standard per le rilevazioni di stati di overtraining/over-reaching. Rispetto al lavoro effettuato nel 2011, gli atleti hanno utilizzato unicamente VJ® nella totalità delle rilevazioni effettuate. La valutazione sopra esposta (figure 2 alla 7) evidenzia, in generale, come durante le varie tappe non vi sia stato un effettivo crollo della funzionalità cardiocircolatoria media. Si rivela solamente un unico caso, nell’atleta 1 (figura 2), di abbassamento della funzionalità cardiocircolatoria. Tale abbassamento è imputabile, oltre allo stress della competizione, al fatto che l’atleta presentava negli stessi giorni uno stato febbrile acuto causato dalle condizioni meteorologiche avverse. Come si può evidenziare dalle rilevazioni cardiache l’SDNN si riporta su valori di normalità. Questo miglioramento non sarebbe stato possibile se l’atleta fosse andato in overtraining acuto. Pertanto non avrebbe potuto continuare a gareggiare ed effettuare le tappe più impegnative di montagna nell’ultima settimana del Giro. Per quanto riguarda la valutazione della composizione corporea (BIA-ACC Biotekna®) e dei processi infiammatori (TomEex-Biotekna®), le rilevazioni riportano come mediamente gli atleti partono con un’energia cellulare sistemica generalmente bassa. Questo basso valore risulta tipico degli sport di endurance come il ciclismo (oltre a maratoneti e triatleti), nel quale l’atleta, sottoponendo il proprio fisico a stress ripetuti derivanti da allenamenti e corse a tappe precedenti alla competizione, crea una sorta di omeostasi su bassi valori energetici corporei. Si evidenzia come nelle figure 8 e 9, nella prima parte della competizione, il fisico subisca quello che potremmo definire uno “stress d’impatto” molto forte, ma successivamente, nel corso della seconda parte, si nota come questo riesca a mantenerlo su livelli mediamente bassi.

Figura 8
TomEex: variazioni media BEC negli
atleti nelle tre rilevazioni effettuate.
Figura 9
Valori di rilevazioni media BEC.

Tale compensazione potrebbe essere imputabile a un adattamento del sistema endocrino e metabolico allo stress imposto dalla competizione. I risultati ottenuti con le rilevazioni BIA-ACC mostrano come tutto sommato il peso degli atleti rimane costante, evidenziando però oscillazioni del peso corporeo. Il mantenimento della componente FFM risulta importante al fine di mantenere integra la parte muscolare. In questo contesto giocano un ruolo essenziale un contenuto calorico ottimale nella dieta e l’idratazione. Va sfatato comunque “il mito” che, nonostante l’enorme lavoro sostenuto nel corso della competizione, gli atleti possano introitare surplus calorici elevatissimi, senza poter aumentare la FM. Se non vi è un counting calorico mirato al reale fabbisogno, l’accumulo di massa grassa (FM) avviene come in qualsiasi altra situazione. Le variazioni nel peso corporeo, infatti, dimostrano come sia facile accumulare massa grassa anche ben oltre gli “standard ottimali” tipici del ciclismo.

Osservare meticolosamente e con continuità piani nutrizionali individualizzati (seppure con le difficoltà logistiche della competizione, in base al dispendio energetico delle tappe, senza lasciare l’atleta at libidum nei suoi pasti) è una premessa importante al fine di mantenere il corretto rapporto FFM-FM. I grafici mostrati dalla figura 10 alla 18 dimostrano per l’atleta 5 come le variazioni arrivino a toccare un aumento della massa grassa di ben 2 kg a circa metà competizione. In altri tre casi (atleta 1 +3.7 kg, Atleta 7 +1.8 kg, Atleta 6 +1.7 kg) si può osservare come nella fase finale della competizione, dove le tappe sono state di montagna, questi abbiano avuto aumenti fino a 3 kg di FM rispetto alla condizione basale di partenza. In altre rilevazioni (atleta 3), si può vedere come, invece, la variazione della FM vada sempre via via calando nel corso della competizione, scoprendo però che anche la FFM si abbassa (rilevazioni del 14-mag e 16-mag). Tale variazione è molto importante perché l’atleta in questo caso va a perdere 1.5 kg di FFM, di cui ben 1 kg di SKM in 2 soli giorni di competizione. A titolo esemplificativo nella figura 19 (atleta 3) riportiamo come la composizione corporea stessa modificandosi, tocca parametri “prestativi della performance”, il glicogeno muscolare, messo in relazione con la FFM la FM e SKM dimostra come vi sia una sua diminuzione in rapporto diretto con la perdita di SKM. Tale variazione seppure minima (14-mag – 16-mag di 21 gr) è un indice del fatto che la variazione nella SKM rende meno efficiente il ripristino del glicogeno tra le varie tappe.

La sua preservazione deve essere monitorata costantemente in competizioni di questo tipo. In ultima analisi riportiamo le rilevazioni alla percezione della qualità del sonno degli atleti secondo la scala di Borg (Borg 1-10). Possiamo vedere l’esistenza di una soggettività tra i vari atleti, che viene influenzata da molteplici fattori come: ambiente (luogo dove si dorme), temperatura della giornata di tappa (caldo-pioggia), stress accumulato, condizioni fisiche (cadute-influenza…). Nella tabella A si evidenziano in giallo i valori quando gli atleti hanno utilizzato il sistema Sitarmind®. Come si può notare, i ciclisti non hanno sempre utilizzato il Sitarmind®. L’impiego dello stesso non comporta sempre una migliore percezione della qualità del sonno, tuttavia, analizzando i riferimenti forniti da parte di chi l’ha fatto, ci porta a concludere che tale strumentazione aiuta l’atleta ad addormentarsi in tempi più rapidi.

Conclusioni

Estrapolare dati e trarre conclusioni da questo studio per poi applicarle a prestazioni atletiche con condizioni completamente diverse sarebbe una decisione alquanto azzardata. Questo perché prestazioni fisiche “estreme”, come nel corso del Giro d’Italia, rimangono una parte a se stante. Possiamo, però, affermare che la variabilità cardiaca sia un parametro utile e affidabile per monitorare stati transitori di overtraining dovuti alle difficoltà della competizione. Permette, inoltre, di comprendere, in atleti alla prima esperienza, come l’organismo modifica l’attività simpato-vagale in seguito allo stress fisico. L’analisi TomEex e BIA-ACC consentono di capire:

  • la prima, lo stato effettivo dello stress nell’atleta e soprattutto la natura (d’organo se parametrato con la BIA-ACC o sistemico se valutato da solo) dello stesso;
  • la seconda, di ottenere una “fotografia” inerente alla condizione corporea degli atleti. Infatti, subisce variazioni talvolta anche in modo repentino nel corso di competizioni di questo tipo, diventando, quindi, un punto cruciale per apportare modifiche con interventi nutrizionali mirati.

Rimane, inoltre, un punto cruciale il timing dell’integrazione e il counting calorico, al fine di ottimizzarne e migliorare il recupero, mantenendo ottimale il rapporto tra le masse che, come abbiamo visto, subiscono variazioni, essendo il corpo omeostatico agli stress di natura esogena come lo stress fisico e nutrizionale.

Tabella A Rilevazioni della qualità del sonno secondo la scala di Borg.