La preparazione tecnica e mentale della staffetta veloce

La preparazione tecnica e mentale della staffetta veloce

Filippo Di Mulo

Abstract

La staffetta veloce è una disciplina molto particolare che obbliga atleti soliti a lavorare individualmente a far parte di una squadra. Per questo motivo è essenziale pianificare al meglio la preparazione senza tralasciare nessun particolare: dalla tecnica agli aspetti mentali.


Il programma olimpico delle gare di velocità oltre alle classiche prove dei 100 m, dei 200 m e dei 400 m, prevede anche tre staffette, la 4 x 100 m, la 4 x 400 m e la 4 x 400 mista. Le staffette, gare palpitanti e spettacolari, rappresentano tra le discipline tecniche dell’atletica, sport essenzialmente individuale, i soli momenti d’aggregazione, in cui quattro singolarità devono cooperare l’una con l’altra come in una disciplina di squadra.

La 4 x 100 può essere considerata, al contempo, uno sport breve, di precisione e di squadra, con la particolarità di essere composta d’atleti che molto spesso sono individualisti, egoisti ed egocentrici. Pertanto, la massima prestazione deve essere costruita sia attraverso il miglioramento della tecnica specifica sia tramite quello dell’aspetto mentale. Le staffette presentano varie problematiche, le analizziamo di seguito evidenziando i relativi accorgimenti per limitarle. Le prime difficoltà sono legate al fatto che parliamo di uno sport di breve durata. Occorre infatti:

  1. mantenere una concentrazione totale per l’intera prova;
  2. gestire efficacemente l’impulso ad agire in modo anticipato o ritardato rispetto allo start di avvio o al segno sulla pista (handicap);
  3. non muoversi in modo impulsivo.

È determinante dunque mantenere elevati livelli di attivazione ed eliminare, durante la prova, ogni forma di pensiero che possa interferire con l’azione tecnica. Inoltre, vi sono problematiche correlate agli sport di precisione; a tal proposito è indispensabile coniugare precisione tecnica e velocità di esecuzione. Si richiede dunque un picco totale di “focalizzazione” dell’attenzione nei secondi che precedono la prestazione. Infine, vi sono le complicazioni tipiche delle discipline di squadra; è necessario infatti:

  1. sviluppare il concetto di collaborazione con i propri compagni;
  2. richiedere una capacità attentiva flessibile.

A tal proposito, è indispensabile possedere:

  1. un’attenzione “globale” rivolta a capire immediatamente ciò che sta succedendo in “campo”;
  2. un’attenzione “ristretta” rivolta al gesto tecnico e alla sua esecuzione.

La preparazione per la staffetta può essere divisa in sette macroaree che approfondiremo singolarmente, ovvero:

  1. scelta degli obiettivi tecnici e agonistici;
  2. gestione dello stress;
  3. concentrazione;
  4. gestione della gara;
  5. spiegazione dei risultati agonistici;
  6. gestione dell’extra-sport con uno stile di vita adeguato;
  7. ruolo dell’allenatore.

Scelta degli obiettivi tecnici specifici

A sua volta questo primo punto può essere suddiviso in tre sotto-parti:

  1. apprendimento;
  2. perfezionamento;
  3. performance sportiva.

Gran parte dell’allenamento dello staffettista deve essere indirizzato, oltre all’aspetto fisico, all’apprendimento della tecnica, al perfezionamento del gesto specifico per raggiungere la performance sportiva di elevato livello in occasione nell’appuntamento clou dell’anno.

Apprendimento

Le fasi principali sono:

  1. capacità d’accelerazione in zona cambio;
  2. capacità di scegliere il giusto tempo per avviare la propria accelerazione;
  3. capacità di correre nella propria metà della corsia (interna o esterna);
  4. abilità nel gestire il “cambio” sia con la mano destra sia con la sinistra grazie a una tecnica perfetta, sia nel “dare” sia nel “ricevere”;
  5. abilità nell’accelerare in maniera indifferente sia con la gamba destra sia con la sinistra avanti;
  6. abilità nel gestire le varie situazioni (imprevisti) o gli errori che possono presentarsi in una gara, ad esempio un atleta che arriva al cambio più velocemente o più lentamente del previsto, un avvio poco deciso oppure anticipato…
Tecnica di cambio

Analizziamo la tecnica italiana, passaggio in linea o spinto. Il passaggio all’italiana presenta le seguenti caratteristiche: il braccio del ricevente, dopo l’hop chiamato dal portatore, viene naturalmente disteso verso dietro-alto fino a essere quasi parallelo al terreno; la mano è ben aperta con le dita unite, sul prolungamento del braccio, con il pollice e l’indice distanti tra loro e rivolti verso il basso a offrire una superficie più ampia possibile della mano. Il portatore, dopo l’hop, con un movimento diretto, in linea, estende rapidamente il braccio e consegna il testimone per vie brevi, in posizione quasi perpendicolare al terreno (leggermente inclinato avanti), spingendolo nella mano del ricevente, che, sentito il contatto con il bastoncino, stringe la presa, afferrandolo nella sua parte distale.

La strategia di lavoro

Si può suddividere il lavoro annuale in tre fasi per:

  1. individuare, nel panorama di velocisti disponibili, gli atleti con le caratteristiche migliori per correre la staffetta;
  2. programmare una serie di raduni tecnici, con cadenza periodica, per sviluppare e affinare le abilità tipiche dello staffettista;
  3. programmare un percorso agonistico di gare secondarie per verificare e controllare le abilità tecniche acquisite, per scegliere gli atleti che meglio si addicono nelle diverse frazioni e, nello stesso tempo, per dare la possibilità agli stessi di conoscersi e trovare il giusto affiatamento.

Un esempio nella tabella A.

Tabella A
La strategia di lavoro

È fondamentale perseguire poi i seguenti aspetti:

  1. addestramento tecnico, attraverso esercitazioni analitiche, per il passaggio del testimone;
  2. addestramento tecnico a velocità controllata per la scelta del tempo in avvio e per il passaggio del bastoncino;
  3. cambi in zona a velocità controllata;
  4. cambi in zona a velocità di gara;
  5. video-analisi dei cambi, sia in allenamento sia in gara, per studiarli nel loro complesso e per mettere in risalto tutti gli aspetti tecnici, compresi gli errori, eventualmente sfuggiti dal vivo;
  6. discussione costruttiva con gli atleti, dopo l’allenamento o la gara, per verificare il loro comportamento durante le prove effettuate.
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