Tutto quello che è stato trattato al Terzo Convegno di Scienza&Sport, che ha visto come relatori figure di spicco del calcio italiano e non solo. L’argomento? La fatica e le strategie ideali per il recupero.
Più di 250 partecipanti, pubblico delle grandi occasioni, attento e concentrato. Ore 9.15: tutto pronto, si comincia. La metafora calcistica rende perfettamente l’idea dell’atmosfera che si respirava all’hotel Melià di Milano sabato 17 marzo in occasione del Terzo Convegno di Scienza&Sport. Il tema era uno dei più attuali e discussi, quello della fatica nel calcio e le strategie di recupero più efficaci. La parola è andata, ovviamente, per primo al direttore della rivista, nonché de Il Nuovo Calcio, Ferretto Ferretti, che ha voluto subito ricordare il “Dottor” Enrico Arcelli, in “onore” del quale è stato organizzato questo appuntamento. Alle sue parole si sono aggiunte quelle di Giampietro Alberti e Roberto Sassi. Il primo, presidente del Collegio didattico della Scuola di Scienze Motorie dell’Università di Milano, ha rammentato la cerimonia tenutasi domenica 4 marzo, nella quale è stato messo a dimora un albero Ginkgo Biloba, sacro in Cina e Giappone, in onore di chi è stato «Un innovatore, dotato di grande fantasia, creatività e immaginazione nel mondo della scienza dello sport». Sulla stessa linea Roberto Sassi, responsabile del Training Check della Juventus e uno dei primi allievi insieme a Ferretti del “Dottore”, che ha spiegato come il professor Arcelli avesse dato in un’epoca ormai lontana «Importanza al modello fisiologico della prestazione e come il buon senso, in un mondo nel quale la tecnologia la fa sempre più da padrone, sia indispensabile per discernere ciò che conta davvero». Sassi ha anche mostrato un filmato con alcune fotografie che ritraevano Enrico Arcelli in alcuni momenti della sua vita sportiva e non.
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