In un articolo pubblicato da un gruppo di ricercatori australiani nel 1993, per la prima volta, parlando di alcune qualità importanti nei giochi sportivi, si fa riferimento alla repeated sprint ability (Fitzsimons et al.). Con questa definizione gli autori descrivevano una serie di attività svolte ad intensità massimale, o quasi massimale, ripetute per intervalli di tempo abbastanza estesi (70 – 120 minuti) e con pause di recupero variabili, spesso molto brevi. Questo l’argomento dell’articolo di Agostino Tibaudi pubblicato sul numero di Scienza&Sport appena uscito.
Abstract: La reiterazione delle azioni ad intensità massima in momenti diversi della partita è una delle richieste determinate dallo sviluppo del gioco a cui il calciatore deve essere in grado di far fronte. Comunemente, questa qualità viene definita repeated sprint ability. Si tratta di una capacità di tipo complesso, a cui concorrono componenti neuromuscolari, metaboliche e coordinative. Non è ancora chiaro quali siano le sue caratteristiche fondamentali e quali i fattori limitanti. Questa mancanza di evidenze scientifiche univoche pone diversi problemi per l’allenamento sul campo. Tuttavia, alcuni lavori di ricerca e l’esperienza con gli atleti ci consente di avere dei riferimenti validi per strutturare programmi efficaci. In questo articolo si è cercato di illustrare quali possono essere i metodi di allenamento, i principali parametri del carico da considerare e, infine, quali dovranno essere gli aspetti da indagare in futuro per una migliore conoscenza da parte degli allenatori.